Ma non ho nulla, cielo, da mostrarti.
Ecco: sorprendimi giù a Fiumicino,
tra i Dioscuri e le case popolari;
fa’ ch’io raccolga l’ultima conchiglia
dell’estate, occhi chiari;
e la conservi agli anni in una tasca
così profonda da dimenticarmene.
Capitava la notte che si andasse
a frugare, bambini, tra gli scogli;
cercando il Filo che riavvicinasse
le stelle l’una all’altra.
Raggiungere lo spazio dalla riva
del mare; intanto cogliere una lucciola
dal bagnasciuga e saperla sorpresi
ancora viva.
Sarò per te un bambino. Uno di quelli senza
storia che hai già incontrato sulle spiagge
della tua infanzia, un veloce compagno
di gioco. Il tempo di una
buca, di un sacrificio d’acqua; il tempo
di un castello che il vento e l’onda abbattono.
Ricorderemo. Non è stato il nostro
tempo. Che cosa importa: abbiamo ancora
mani per intrecciare fili d’erba
secchi o per implorare, da ubriachi,
che il vento asciughi una ad una le stelle
appena emerse dal mare;
siamo giovani
e due corpi portiamo ancora simili.
GABRIELE GALLONI è nato nel 1995 a Roma, si è spento nel 2020 a soli 25 anni. Tra le sue raccolte di poesie più note: “Slittamenti” (Alter Ego-Augh! Edizioni 2017, nota introduttiva di Antonio Veneziani), “In che luce cadranno” (Rplibri 2018), “Creatura breve” (Ensemble 2018). Ha curato per la rivista “Pangea” la rubrica “Cronache dalla Fine – dodici conversazioni con altrettanti malati terminali”. Nel 2018 ha fondato la rivista online “Inverso – giornale di poesia”. Le sue poesie, oltre a essere tradotte in spagnolo e in romeno, sono apparse sulle maggiori riviste italiane. La voce poetica di Gabriele continua ad essere un faro acceso per le nuove generazioni, le sue parole vivono oltre il tempo, emanano bellezza, purezza, verità.
Grazie alla grande giornalista e poetessa Michela Zanarella, nata a Cittadella e residente a Roma, stai leggendo questo autore.
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